Alta Carnia, incontro sui sistemi intercomunali

Alcuni interventi strategici dell’area friulana trasformati in azioni regionali ordinarie, “vero obiettivo della SNAI” secondo Monaco che ne ha illustrato il futuro articolato in 5 punti

 
 
Nono incontro per verificare l’evoluzione del requisito associativo nelle aree che hanno avviato l’attuazione della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI). È stato il turno dell’Alta Carnia, area interna friulana tipicamente montana composta da 21 comuni. L’analisi dei sistemi intercomunali è attivata nell’ambito del progetto attuato da Formez PA - La strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali – per monitorare come i comuni riuniti in associazione sulla base del prerequisito SNAI si siano organizzati per l’attuazione. “Un aspetto per noi molto importante per trarre suggerimenti da riportare sia alle aree che da poco hanno approvato le loro strategie e si avviano all’attuazione sia in vista della futura fase SNAI che partirà con la nuova programmazione” ha detto in apertura Clelia Fusco, responsabile del progetto Formez.
 
Quello dell’Alta Carnia è un caso particolarmente interessante per la trasformazione istituzionale in atto. Dal primo gennaio, infatti, tutti i comuni dell’area sono ricompresi in una Comunità di Montagna   -  ente istituito nei territori montani dalla Regione per l'esercizio associato obbligatorio e facoltativo di servizi e funzioni comunali – superando la precedente situazione in cui alcuni comuni non avevano aderito all’Unione Territoriale Intercomunale (UTI) sempre di istituzione regionale. Il cambiamento di assetto, malgrado alcune limitazioni intervenute, non ha influito sul requisito associativo che si è mantenuto e rafforzato. Il comprensorio friulano vanta anche un primato che aumenta l’interesse: è la prima area interna italiana ad allargare il proprio perimetro con l’adesione del comune di Sappada transitato dall’area veneta Comelico-Sappada a quella friulana. Un passaggio formalmente definito, ma ancora in una “zona grigia” dal punto di vista SNAI, come ha chiarito il sindaco di Palluzza, Massimo Mentil, capofila dell’area. Una situazione da risolvere al più presto richiesta anche dai rappresentanti regionali e della Comunità di montagna presenti alla riunione.
 
Dal punto di vista della gestione della fase attuativa, il coordinamento è affidato all’Ufficio di piano della Comunità di Montagna in sinergia con lo specifico servizio della Regione FVG che ha assunto un ruolo di regia complessiva, anche per quanto riguarda le altre due aree interne friulane, facilitato dall’essere una struttura attuatrice di alcuni interventi SNAI.
 
“E importante che la regione sappia cogliere le occasioni di sviluppo che arrivano dalla Strategia aree interne – ha affermato Loris Toneguzzi, direttore del Servizio Montagna della Regione FVG – ma allo stesso tempo sappia coniugare le politiche ordinarie per rafforzare questa azione sui territori marginali”. Il referente regionale ha anticipato la realizzazione di un manuale di gestione e controllo per la mappatura e il monitoraggio degli interventi e l’elaborazione di alcune direttive per la SNAI della programmazione post 2020.
 
“Da questa riunione usciamo molto più consapevoli circa le problematiche dell’area a dimostrazione che l’azione di confronto avviata dal Formez è il metodo giusto per andare avanti” ha detto il coordinatore del Comitato tecnico per e aree interne (CTAI), Francesco Monaco.
 
E’ emersa con forza la necessità di comunicare in maniera forte il metodo SNAI a supporto dell’attuazione che la pandemia ha procrastinato.  Rallentamenti, in alcuni casi, dovuti anche a meccanismi procedurali o cambiamenti legislativi. Da registrare, fatto particolarmente positivo sottolineato da Monaco, che alcuni misure individuate nella strategia dell’Alta Carnia siano state assorbite a livello regionale e trasformate in politiche ordinarie che” è esattamente l’obiettivo della SNAI”.
 
“Il prossimo scenario  è negli atti già predisposti – ha concluso il coordinatore SNAI parlando della Strategia post 2020 – un futuro di potenziamento articolato in 5 passi: accelerazione dell’attuazione per dare concrete risposte ai cittadini, con un rafforzamento del ruolo dell’Agenzia per la coesione; semplificazione procedurale; potenziamento delle strutture locali a partire dalle “vecchie aree”; rafforzamento del Comitato tecnico aree interne per un maggior raccordo tra regioni e ministeri competenti; valutazione dei risultati finalizzata anche all’attribuzione della premialità per rafforzare le strategie in essere.